PDOnonPDO

 

Titolo Progetto: Protected Designation of Origin (PDO) or non-PDO cheeses: the interplay of consumer preferences and cheeseomics

Finanziamento: PRIN: PROGETTI DI RICERCA DI RILEVANTE INTERESSE NAZIONALE – Call 2020

sito web: https://pdononpdocheeses.it/ 

Responsabile: Prof.ssa Monica Gatti

Partecipanti al progetto: Prof.ssa Cristina Mora, Prof.ssa Martina Cirlini, Dott. ssa Alessia Levante, Dott. Luca Bettera, Dott.ssa Jasmine Hadj Saadoun , Dott.ssa Noemi Martinengo, Dott.ssa Rungsaran Wongprawmas.

Descrizione del progetto:

Il focus del progetto sono i formaggi DOP prodotti a latte crudo e quelli che vengono prodotti con simile tecnologia ma che non si fregiano del marchio di tutela.

Non sempre i consumatori mostrano consapevolezza o conoscenza dei prodotti alimentari e, in particolare, le etichette DOP non hanno sempre la stessa rilevanza nell'influenzare gli atteggiamenti dei consumatori che tendono a sviluppare un processo percettivo affettivo piuttosto che razionale.

Il progetto vuole rispondere alla domanda: qual è il driver che influenza la scelta del consumatore nell'acquisto di formaggi DOP o non DOP? per raggiungere questo obiettivo, tre sono le strategie di ricerca che prevedono l’applicazione delle più nuove tecniche di indagine:

i) studiare se le caratteristiche aromatiche distintive dei formaggi DOP e non DOP possono essere correlate all'attività metabolica di microrganismi quali i batteri lattici (LAB) che provengono dal latte crudo e che legano fortemente il formaggio con l'area protetta di produzione

ii) comprendere le ragioni che guidano la scelta del consumatore verso l'acquisto di formaggi DOP o non DOP.

iii) Infine, ma di primaria importanza, il progetto mira a fornire elementi oggettivi e informazioni chiave per aumentare la trasparenza del mercato dei formaggi per le scelte migliori dei consumatori

Quattro sono i formaggi oggetto di studio e tre le Università coinvolte: il Parmigiano Reggiano per l'Università di Parma, la Robiola di Roccaverano per l'Università di Torino e il Caciocavallo Silano per l'Università di Bari e il Grana Padano in comune per le tre sedi.